La
Chiesa greco-cattlolica ucraina (a volte chiamata anche
"Chiesa cattolica ucraina di rito orientale" o, piu'
semplicemente, "Chiesa cattolica d'Ucraina" o "Chiesa
rutena") ha una storia complessa, in cui non sono mancate
persecuzioni e incomprensioni. Proviamo a ricostruirne le
tappe principali. Anzitutto qualche precisazione
terminologica: all'interno della grande comunione cattolica
non esistono solo le Chiese occidentali (o latine), ma anche
quelle "orientali", che hanno un proprio rito, un proprio
diritto canonico, una propria tradizione spirituale. Le
Chiese orientali (che fanno oggi riferimento ad una
specifica Congregazione Vaticana, istituita da Benedetto XV
il 1 maggio 1917) risalgono ai primissimi secoli della vita
cristiana e alcune di loro non hanno mai interrotto l'unita'
con Roma. Nel 1054 viene sancito lo scisma (separazione) tra
Roma e Bisanzio (Costantinopoli); si crea cosi' una dolorosa
frattura, non ancora sanata, tra Occidente cattolico e
Oriente ortodosso. Dopo lo scisma si verifica piu' volte il
fenomeno dell'unione: in pratica, intere comunita'
ecclesiali ortodosse (vescovi, sacerdoti, popolo) decidono
di riprendere i legami con Roma, pur mantenendo la propria
specifica tradizione liturgica e canonica e la propria
organizzazione ecclesiastica. Queste Chiese, a tutti gli
effetti cattoliche, vengono chiamate "greco-cattoliche"
(dove il primo termine indica l'appartenenza alla tradizione
orientale e il secondo la completa comunione con il vescovo
di Roma) o "unite" (si sconsiglia l'uso del termine
"uniate", che e' sottilmente
dispregiativo).
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1439
Durante un Concilio generale della Chiesa, si stipula la
cosiddetta Unione di Firenze tra Oriente ortodosso e
Occidente cattolico; vi partecipa attivamente anche Isidor,
metropolita di Kiev (capitale dell'attuale Ucraina) e di
tutta la Rus' (va ricordato che il cristianesimo inizio' a
diffondersi nei territori dell'attuale Russia a partire
proprio dalla zona di Kiev e questa citta' mantenne per
secoli un primato all'interno della Chiesa in Russia).
L'unione di Firenze non ha effetti duraturi in Russia
perche' viene rifiutata dal principe di Mosca Vasilij II,
che sconfessa Isidor e, contro il parere di Costantinopoli,
fa eleggere un suo candidato a metropolita (si fa risalire a
questa data, 1448, l'inizio della autocefalia, cioe'
indipendenza, della Chiesa russa da quella
costantinopolitana; tale autonomia diviene ancora piu'
chiara a partire dal 1453 quando Costantinopoli cade sotto
il dominio turco).
1458
La Chiesa russa si divide in due metropolie (insiemi di
diocesi) indipendenti; una ha sede a Mosca ed afferma sempre
piu' la propria autonomia da Costantinopoli fino a
trasformarsi, nel 1589, in Patriarcato e l'altra a Kiev, che
mantiene il legame con Costantinopoli (e, quindi, e' ancora
separata da Roma, in quanto l'Unione di Firenze era ovunque
naufragata). La metropolia di Kiev, oltre alla sede
metropolitana (Kiev, appunto) comprende nove diocesi,
politicamente soggette alla Polonia (due) o alla Lituania
(sette). Dal 1569 Lituania e Polonia costituiscono un unico
Stato.
1595-96
Unione di Brest. La Chiesa ortodossa ucraina di Kiev
(che si trova, come detto, in territorio appartenente allo
stato polacco) vive un periodo di grave crisi e di forte
penetrazione di influenze protestanti (soprattutto
calviniste). La Chiesa ortodossa sembra aver perso ogni
vigore. Nasce in alcuni vescovi l'idea che una unione con
Roma possa salvare il nucleo fondamentale della tradizione
cattolico-ortodossa. Non sono estranei a questa idea anche
ragioni di carattere politico e forti pressioni latinizzanti
e di prestigio. A Brest si riunisce un sinodo della
metropolia ortodossa che stila una richiesta di unione con
Roma, che viene sottoscritta senza eccezioni da tutti i
vescovi. Due rappresentanti del sinodo partono per Roma,
dove l'unione viene solennemente promulgata da Clemente VIII
il 23 dicembre 1595. L'iter formale si chiude l'anno
successivo sempre a Brest, dove un nuovo sinodo ratifica
l'unione (ottobre 1596). In essa si prevede che la Chiesa
greco-cattolica possa mantenere la propria fisionomia
liturgica e canonica. Continua ad esistere, comunque, anche
una Chiesa ortodossa ucraina fra il popolo, alla quale un
fortissimo sostegno viene dai cosacchi.
1654
Kiev e l'Ucraina orientale accettano la sovranita' di
Mosca. Gli ortodossi passano dalla giurisdizione di
Costantinopoli al patriarcato di Mosca, sotto cui
resteranno, con alterne vicende, fino ad oggi.
Originariamente si sarebbe dovuto trattare di una libera
sottomissione degli ucraini (soprattutto cosacchi) a Mosca;
in realta' gli zar iniziano a lottare contro ogni
espressione nazionale ucraina. In questa lotta rientra la
persecuzione contro una Chiesa, quella greco-cattolica, che
aveva il proprio riferimento a Roma, invece che a Mosca. Si
susseguono le pressioni per far "ritornare" la Chiesa
greco-cattolica nell'ambito dell'ortodossia. Particolarmente
violenta in questa azione e' Caterina II (1762-1796) che nel
1795 sopprime tutti i vescovadi uniti ad eccezione di uno;
sotto il suo regno, la Chiesa unita in Russia perde 8
milioni di fedeli e 9.316 parrocchie.
1795
Definitiva spartizione della Polonia tra Russia, Austria
e Prussia.Nelle diocesi greco-cattoliche prima insediate in
territorio polacco la Russia applica la stessa politica
vessatoria che abbiamo appena ricordato. Resta uno spazio di
liberta' per i cattolici uniti solo in Galizia (annessa
all'impero austro-ungarico).
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